Italia
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Le pecore mangiano erba. Lo dovrebbero sapere anche i bambini, certo, ma oggi non è così scontato: in un Paese e in una società in cui le distanze tra il mondo rurale e le città sono sempre più profonde, questa ipotesi risulta quantomeno improbabile. A ricordarselo, per quanto a fasi alterne, sono però gli amministratori pubblici, che si interessano al mondo pastorale quando hanno bisogno di curare il verde comunale o demaniale (vuoi mettere l’erba tagliata a regola d’arte?, ndr), per poi tornare ad occuparsi - loro malgrado - dei pastori quando le loro greggi chiedono di attraversare le aree pubbliche (e questo perché le pecore, una volta mangiato, hanno il “difetto” di defecare, ndr).
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Come molti dei nostri lettori sapranno, la legislazione in materia di sicurezza e di etichettatura dei prodotti alimentari è stata di recente modificata. La nuova normativa, emanata a livello europeo e nazionale, ha creato un quadro giuridico complesso, che comporta alcuni importanti adeguamenti da parte delle imprese. Ma anche qualche rischio, soprattutto per le aziende più piccole e meno strutturate, a volte indotte in errore, per la difficoltà di interpretare le norme introdotte.
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Come per tutte le ricerche di mercato, qualcosa di opinabile si registra anche in quella appena pubblicata sulle vendite del settore lattiero-caseario in Italia, condotta dal Rem-Lab (Centro di ricerca su Retailing e Marketing) dell'Università Cattolica di Milano e divulgata da Assolatte. Ancora una volta vi sono ritratti gli italiani e i loro stili di vita. Consumatori che spendono 6,5 miliardi di euro nel lattiero-caseario in ipermercati, supermercati e pubblici esercizi per comperare innanzitutto latte uht (al primo posto con 961 milioni di euro di vendite e il 15% del giro d'affari complessivo del settore lattiero-caseario), mozzarelle (809 milioni di euro, pari; 12,4% del giro d'affari totale) e latte fresco (715 milioni di euro, con poco meno dell’11% del totale).
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Il “sistema latte” bresciano, fiore all’occhiello della Regione Lombardia, è nel'occhio del ciclone: 37 allevatori sono stati indagati per aver avuto accesso ai premi per la qualità del latte pur non avendone titolo, grazie alla complicità - così sembrerebbe - del direttore del Laboratorio di Produzione Primaria del Centro Latte (Giuseppe Bolzoni, indagato anch’esso) presso la locale sede dell’IZSLER (Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia ed Emilia Romagna).
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