La storia del latte FICo, che costa quanto quello dell’erba ma che con l’erba non ha nulla a che fare |
Nei giorni scorsi, a un mese di distanza e con qualche palese ritardo sugli altri aggiudicatari dei bandi (Centrale del Latte di Torino, Federazione Latterie dell’Alto Adige, Latte Maremma, etc.), Granarolo ha emanato un suo comunicato stampa senza grandi clamori, comunicando l’assegnazione della gara nelle due sole regioni dell’Emilia Romagna e delle Marche.
Per l’occasione ai bambini è stata raccontata la storia industriale del latte ed è stato mostrato, come partendo da una ciotola di latte, sia possibile produrre del formaggio o ricavare del burro. E che a fine lavorazione, partendo dal siero, si fa la ricotta. Sugli scaffali, e questo ci appare francamente un po’ diseducativo, il latte di qualità industriale - per quanto in bottiglia di vetro e marchiato “FICo” - è in vendita (vedi foto) a 2,50 euro al litro. Roba che a guardar bene ci compri un litro di latte dell’erba, prodotto per giunta in regime di agricoltura biologica. Ma questa è tutta un’altra storia. Per capirla bisogna rendersi conto che il vero mondo dell’agroalimentare, per fortuna, non è all’interno del perimetro di FICo, bensì al di fuori di esso.
28 maggio 2018 Commenti (1)
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La Redazione di Qualeformaggio.it